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blica, e perchè si sperò che Baratieri reso ormai libero da ogni preoccupazione, potesse attendere con maggior fortuna alle sorti della campagna.

Ma pur troppo tali speranze erano vane. Baratieri doveva rimanere inchiodato alla sua posizione difensiva, paralizzato ed inerte; e Menelik si preparava a fargli un brutto giuoco.

Le nostre truppe forti di circa 20,000 uomini tra bianchi e indigeni e con circa 40 cannoni, accampavano quasi tutte intorno alla formidabile posizione di Adagamus ed avevano spinti avamposti all’intorno fin oltre a Mai Meghelta.

La posizione di Adagamus sbarra e domina come un’immensa muraglia trasversale la strada proveniente da Makallè, ed appoggiandosi a destra all’inaccessibile Amba Guructo ed a sinistra agli impraticabili dirupi che scendono alla costa, riesce inespusgnabile.

Ma era difficile che gli Abissini venissero a dar di cozzo contro tale baluardo.

Essi che erano bene informati delle mosse e delle posizioni dei nostri, mentre tenevano a bada Baratieri verso sud, colla promessa dell’arrivo del battaglione Galliano, violando i patti giurati a Makallè, differirono la sua liberazione, e se ne servirono per mascherare e coprire un loro movimento strategico, pericolosissimo.

Il 24 gennaio il Negus fece avanzare la sua avanguardia con in mezzo il battaglione Galliano in direzione di Adagamus e fin presso a Dongolò; ma intanto che ciò serviva di