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Di fronte ad un attacco così poderoso ed audace, in cui per la prima volta gli Abissini disponevano egregiamente di artiglierie e di armi moderne perfezionate, i pochi difensori di Enda Jesus opposero una mirabile resistenza; le deboli cinte del forte divennero inespugnabili, per l’invitto eroismo dei nostri ufficiali e soldati, che con brevi aggiustate scariche di fucileria e di artiglieria, sgominavano il campo nemico, seminandolo di cadaveri. Il combattimento violentissimo ed accanito durò fino all’imbrunire, ed alla sera il nemico fu costretto a ritirarsi. Così terminava la giornata del 7 gennaio.

Il giorno 8 fu più triste ma non meno glorioso per le nostre armi. Dalle alture sud-est, est, e nord-est rincomincia di buon mattino l’assalto degli Scioani, che hanno costruito trincee e piazzate con riparo le loro numerose artiglierie; viene riattaccato anche il fronte sud del forte con artiglierie a tiro rapido che ne tempestano di proiettili l’interno devastando le opere, infliggendo perdite, e minacciando di far saltare la polveriera, che vien tosto sgombrata. I difensori resistono strenuamente trattenendo per tutta la giornata con tiri micidiali il nemico attaccante; ma la nostra artiglieria è inefficace contro la migliore e più numerosa degli scioani, e le condizioni del terreno permettono che le due sorgenti dell’acqua sieno occupate da grosse frotte nemiche che, coperte dagli angoli morti di tiro, non si possono più respingere.

Da questo momento, malgrado gli eroici