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lo stesso: sgombro del Tigrè, abolizione del protettorato italiano sull’Etiopia e concessioni sibilline provvisorie di territori anche a sud del Mareb-Belesa-Muna.

Se non che il Governo in quel momento e dopo la recente sconfitta delle armi italiane aveva tutt’altra volontà che di venire agli accordi; anzi si disponeva a chiedere i mezzi al Parlamento per continuare la guerra e respingere il nemico al di là dell’Amba fatale, che voleva inclusa ne’ suoi confini.

Così le pratiche iniziate da Maconnen si risolsero in uno scambio di messi, lettere e cortesie tra lui e Galliano, tirate in lungo da una parte e dall’altra perchè il temporeggiare riusciva proficuo ad entrambi, ma che alla fine non approdarono a nulla.

Intermediario in queste trattative tra il campo italiano e quello scioano fu il tenente Umberto Partini, il quale si recò più volte presso Maconnen, vi fu accolto bene, potè visitare il tenente Scala prigioniero, pranzare con lui, e dormire nella sua tenda. In seguito a concessione di Galliano, vi andò poi anche il dottor Mozzetti per curarvi ras Mangascià Atichim caduto da cavallo.

Le inutili trattative e cortesie tra i due campi terminarono come ad Amba Alagi colle intimazioni violenti del Ras, che chiedeva imperiosamente un ulteriore invio di Partini al campo; e con una fiera e dignitosa risposta di Galliano che vi si rifiutò. Quindi si ricorse alle armi.

Verso le ore 10 del 7 gennaio, un mese