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pascoli e di campi di una vegetazione prodigiosa.
Quivi aveva scelto in ultimo la sua residenza il negus Giovanni padre di Mangascià, e per lui Giacomo Naretti l’intelligente ed ottimo italiano che fu ricompensato più tardi della sua affezione per il Negus collo sfratto, aveva disegnato e costruito un castello che è uno dei migliori edifici dell’Abissinia.
A circa 1 Km. a sud di Makallè ove la conca si restringe per riaprirsi di nuovo nello sbocco della via principale di Scelicot sorge un’altura detta di Enda Iesus sul cui pendio sta pure il villaggio dello stesso nome.
Su quell’altura, ed intorno ad una vecchia ridotta già esistente il maggiore Toselli aveva costrutto il cosidetto forte di Enda Iesus, composto della ridotta suddetta con 300 m. di circuito e di una cinta esterna 10 m. più bassa, dello sviluppo di circa 700 m. che permettevano così due ordini di fuochi.
Sovra un’altura a nord est del forte di Enda Iesus e ad una distanza di circa 800 m. era stato costruito un altro piccolo ridotto per guardare il fianco della posizione.
Se non che queste due opere di fortificazione, oltre ad essere ancora incompiute, non avevano neppure tutti i requisiti necessari per essere atte ad una lunga difesa, mancando in esse uno degli alimenti più importanti cioè l’acqua, la quale doveva attingersi a due sorgenti esterne scaturenti fra i burroni ad est e a sud del forte, non battute da’ suoi fuochi perchè protette dall’angolo morto di tiro e di facile e