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— XIV — |
a instituire missioni e propagande d’ogni specie e a intraprendere spedizioni scientifiche ed anche militari per istruire e convertire i popoli, per diffondere ed imporre la civiltà: una corrente di benefica luce si spande pel mondo e tende ad abbracciare ne’ suoi fasci luminosi tutti i popoli della terra, traendo la sua prima forza dal movimento d’espansione coloniale1.
Al progresso scientifico ha fatto seguito quello industriale.
L’applicazione dei nuovi portati della scienza e l’adozione dei macchinari hanno determinato un grande sviluppo nelle industrie, e creato nuove necessità economiche e commerciali, esercitando un’influenza diretta sulla colonizzazione.
La produzione europea delle stoffe, delle armi, delle macchine, delle navi, e di infiniti altri oggetti di utilità pubblica e privata è divenuta così abbondante da esuberare di molti i bisogni interni, e tanto perfezionata ed economica da vincere ogni concorrenza esterna: perciò si è resa necessaria e vantaggiosa la diffusione di tali industrie per tutto il mondo; mentre per rimediare all’enorme consumo di materia prima che in esse si impiega, essendo insufficiente quella locale, si impone la necessità di farne incetta là dove inerte essa abbonda.
Così, pel risparmio di fatica ottenuto coll’uso delle macchine e per l’impiego che si può fare con esse dell’opera delle donne e dei fanciulli, il progresso industriale ha pure creato un nuovo equilibrio tra le braccia e il lavoro, esercitando il suo contraccolpo sulla distribuzione della popolazione e sull’emigrazione.
Altri fattori, e prodotti ad un tempo, della moderna ci-
- ↑ Il sommo filosofo ed economista francese Leroy-Beaulieu, nella sua opera magistrale — Traitè thèorique et pratique d’economie politique (Paris 1896, Tom. IV, pag. 639 e seg.) — ha dimostrato che senza la tutela e l’iniziativa degli stati civili, la metà del globo sarebbe rimasta per sempre relativamente improduttiva, e che il genere umano deve una gran parte del suo benessere e della sua condizione sociale alla colonizzazione.