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modesto eroe di Agordat non ebbe nè agio ne tempo di difendersene, avendo indi a poco lasciata la vita gloriosamente sul Raio.

E così pure bisogna respingere le fantasticherie di taluni che attribuirebbero la causa dell’eccidio all’eccessivo desiderio che aveva Toselli di affrontare da solo una battaglia sperandone la gloria; asserendo che egli abbia voluto soffermarsi sotto l’Amba mentre aveva ordine di abbandonarla, ripiegando.

Tale asserzione, oltre che dai superstiti di quella infelice e gloriosa giornata, fu specialmente smentita dal fatto che più volte durante il combattimento il tenente aiutante maggiore Bodrero fu mandato da Toselli ansioso e speranzoso ad osservare se arrivavano quei rinforzi la cui promessa non revocata lo aveva confortato alla resistenza.

E se non bastasse ciò, la condotta dell’eroico Toselli sarebbe anche giustificata dal plebiscito d’affetto e di venerazione che il suo nome e la sua memoria hanno lasciato tanto nella Colonia quanto nella nostra Italia.

Qui la notizia della sconfitta cagionò una dolorosissima sorpresa.

Era tanto tempo che si parlava di Scioani alla frontiera e che non succedeva mai nulla, che l’Italia si era abituata a ritenere tale notizia un passatempo giornaliero senza conseguenze. D’altra parte tanto il Governo quanto il Paese nutrivano una tale fiducia in Baratieri, allora l’uomo più popolare d’Italia, che non avrebbero neppur sognato l’imminenza di una catastrofe.