Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 170 — |
Ma le acerbe censure ed i bistrattamenti inflitti al generale Arimondi intorno al fatto di Amba Alagi, mentre furono generalmente ritenuti esagerati e sconvenienti, e da molti anche riconosciuti senza fondamento, non poterono neppure scusare la condotta del Governatore.
Infatto pure supponendo che Arimondi, lasciato solo nel Tigrè con pochi mezzi e con molta responsabilità, e sempre ostacolato e paralizzato ne’ suoi intendimenti e nelle sue iniziative dal superiore lontano, abbia incorso in alcuno degli errori che influirono sul predetto fatto d’armi, il suo errore sarebbe stato certamente evitato se il Governatore che doveva conoscere le gravi condizioni della Colonia, che riceveva tutte le informazioni, che era in continua corrispondenza col Governo, coll’Arimondi stesso, coi presidii e coi Residenti vicini e lontani, e che dirigeva tutte le file della politica, come voleva dirigere anche tutte le mosse militari, invece di rimanere inerte a Massaua fino al 3 dicembre, cioè fino a 4 giorni prima del fatto d’armi, colle forze coloniali sul piede di pace, colla milizia mobile in congedo e coi pochi battaglioni disponibili sparpagliati su tutta la vasta Colonia, si fosse trovato al suo posto là verso la frontiera, ove premeva il pericolo, ed ove urgeva il bisogno della difesa.
Prima di accogliere tutte le accuse che Baratieri, sia nella relazione sull’avvenimento di Amba-Alagi, sia nel suo libro di memorie rivolge contro Arimondi bisogna poi pensare che il