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la nuova regione conquistata, procedendo alla investitura dei capi indigeni sottomessi, alla pacificazione interna, alla fortificazione delle principali località, alla formazione di nuove bande regionali, e proseguendo sulle trattative per attirare all’Italia i capi incerti.
A capo dell’Enderta fu designato ras Sebath, che indi a poco aiutato d’armi e di denaro istituì una sua banda di oltre 300 fucili; ad un altro capo spodestato, certo degiac Alì, fu promesso il retaggio de’ suoi padri nell’Enda Moeni; al vecchio ras Agos dello Scirè, tentennante tra la sommissione e la ribellione, fu offerto il Semien.
Tutto il Tigrè fu poi diviso nelle zone di Adua, Adigrat e Makallè; ed in quest’ultima località il 20 novembre alla presenza dei notabili indigeni fu inaugurato sull’altura di Enda Jesus un piccolo forte ove doveva poi immortalarsi l’anima eroica di Giuseppe Galliano.
Frattanto il Governatore rimaneva a Massaua tutt’altro che preoccupato della sorte della Colonia e del Tigrè, sebbene i nemici si addensassero di già alle sue porte.
Egli, malgrado le voci e le notizie che già correvano di concentramenti di truppe scioane e ahmariche, intorno ad Ascianghi giudicava ancora che esse avessero uno scopo piuttosto difensivo che offensivo, che fossero tutt’altro che numerose e che mirassero piuttosto a fermare le trionfanti armi Eritree sulle porte del Lasta, che a riconquistare il dominio perduto di Mangascià.
Tali speranze (che in parte nutriva ancora