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riversare le responsabilità su uno o sull’altro, perchè appare evidente che essa invece spetti un po’ a tutti; ossia spetta all’Italia in generale.

Infatti l’Italia voleva avere una colonia grande e voleva spender poco, e per mezzo dei suoi deputati appoggiò un governo che l’accontentò ed un governatore che non soltanto la mantenne ma l’ampliò. Però venne un giorno in cui l’edificio fondato su tali basi squilibrate ed impossibili doveva crollare, e l’Italia non solo fu costretta a pagare più di quanto aveva risparmiato lesinando il necessario, ma dovette eziandio rassegnarsi alla perdita di una dolorosa battaglia campale ed alla riduzione dei confini della Colonia e quasi quasi alla sua perdita intera.

Però non si può negare che, se anche l’impreparazione militare preventiva può essere stata causa di successive difficoltà ed aver contribuito in concorso di altre cause ai futuri insuccessi delle armi coloniali, essa sarebbe stata facilmente rimediabile se, quando apparvero alla frontiera meridionale del Tigrè le prime forze scioane e fu resa ormai certa la avanzata di Menelik, il Governatore della Colonia che riceveva tutte le informazioni, che doveva conoscere le posizioni e le necessità per una guerra difensiva in quei territori ch’egli aveva occupati, si fosse formato un concetto chiaro della situazione ed avesse palesato al Governo i veri bisogni e chiestigli i mezzi necessari; perchè da questo momento il Governo non solo non rifiutò nulla, ma mentre il Comandante si trovava imbarazzato e confuso nelle richieste, esso lo tem-