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Maggiore ascolto, ma non miglior successo ottennero invece le trattative colle tribù mussulmane della costa. Ivi il capitano Persico recatosi nel 1894 in missione speciale era riuscito a tirare completamente dalla parte dell’Italia l’Anfari d’Aussa e poscia ad estendere la sua influenza benefica tra i dancali dell’Auasch.
Ma in causa della povertà di queste regioni e della loro scarsità di abitanti, non si poterono avere che aiuti effimeri consistenti in una banda di circa 300 uomini agli ordini di un certo Seich Thala che poi venne a congiungersi colle nostre truppe ad Amba Alagi; mentre dalle tribù e dalle regioni della costa nessun ostacolo serio si venne a frapporre ai movimenti di Menelik.
Felter, Cappucci e Nerazzini ritornati a Zeila per appoggiare le trattative con Makonnen, soffiavano anche tra i mussulmani dell’Harrar soggiogati dall’Etiopia, e l’intrepido capitano Bottego le creava nemici nell’ardito suo secondo viaggio pel bacino del Giuba; con una seconda convenzione stipulata coll’Inghilterra in data 5 maggio 1894 si era ampliata la zona d’influenza italiana nella Somalia; e la stessa nazione nostra amica e la Germania proibivano dai loro porti il commercio d’armi coll’Abissinia, ma pochi vantaggi ne derivarono alla causa italiana.
Ecco per sommi capi le varie cause che servirono a determinare l’impreparazione militare italiana contro lo Scioa, e dall’esame di esse non si può a meno di andar guardinghi nel