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dell’Italia dopo il suo viaggio del 1889, di ottenere gli aiuti od almeno la neutralità del Re del Goggiam e del capo dei Wollo Galla ras Mikael, e di rendere il clero e le popolazioni tigrine favorevoli al dominio italiano.
Essa portò inoltre i suoi sforzi tra le popolazioni mussulmane limitrofe, cercando di spingerle contro i nemici etiopi che ne facevano strage con razzie e devastazioni di ogni genere.
Le trattative tra l’Italia e Makonnen, condotte colla massima segretezza dal cav. Felter residente all’Harrar, per un momento fecero sperare che questo Ras lusingato dal miraggio della corona etiopica, si sarebbe rivolto contro il Negus suo parente; ma quando egli si accorse che non erano accompagnate dai mezzi sufficienti per far trionfare la sua causa e le sue speranze, le troncò bruscamente e si diede in braccio al suo signore, catturando l’ingegnere Cappucci e sfrattando tutti gli italiani e lo stesso Felter dall’Harrar.
Le trattative col Re del Goggiam e con ras Mikael non ottennero che buone parole tosto smentite dai fatti; quelle col capo del Lasta riuscirono soltanto a farlo imprigionare e spodestare; e le pratiche col clero e cogli altri capi tigrini, malgrado l’opera indefessa, amorevole ed efficace dei maggiori Ameglio e Toselli e del generale Arimondi nel Tigrè, non ottennero che finti atti di sottomissione e d’ossequio che erano il prodotto più del timore che della convinzione e nascondevano il desiderio di una pronta riscossa abissina ed i propositi interni di tradimento e di ribellione.