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Con questa vittoria brillante si chiudeva il primo periodo della campagna tigrina del 94 e 95 e si ebbe per risultato la riconquista e la riappacificazione della nostra provincia dell’Okulè-Kusai; e la cacciata di Mangascià dall’invasa Colonia.
L’esercito tigrino in questa campagna ebbe oltre a 1500 morti e 3000 feriti, compresi molti capi e sottocapi, ed il resto fu disperso. Dalla parte dei nostri si ebbero solo 3 ufficiali e 120 uomini di truppa morti: 2 ufficiali e 190 uomini di truppa feriti1.
Il generale Baratieri ne ebbe fama di valente generale e di sapiente organizzatore di truppe; ed invero in queste due giornate il piccolo corpo coloniale compì prodigi di valore, ed il piano generale della breve campagna non poteva essere meglio ideato nè quasi sempre meglio eseguito.
Come avveniva sempre dopo ciascuna battaglia i capi ed i preti dell’Okulè-Kusai e dello Scimenzana, si affrettarono tosto a portare gli omaggi ed a fare gli atti di sottomissione a Baratieri; nè mancò un pretendente, nostro amico, Agos Tafari dell’Agamè, di chiedere appoggio per occupare questa provincia già tenuta da ras Sebath e quindi dal governatore scioano Tesfai Antalo. Egli prestò giuramento di fedeltà a Baratieri e compì tosto la sua conquista, ma non ebbe da Baratieri
- ↑ Tra gli ufficiali morti, oltre il tenente Sanguinetti e Castellani, fu il tenente Scalfarotto colpito mortalmente al principio del combattimento.