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tigrina già vinta sul fronte est e nord-est, ed ordina ai battaglioni Toselli ed Hidalgo ed alla batteria di ripiegare e di cambiare gradatamente fronte verso nord-ovest, riconcentrandosi verso Coatit, dove le salmerie ed i feriti e la stessa base d’operazione sono minacciati dal corpo tigrino aggirante.

Nell’esecuzione di questo movimento, sotto un terribile fuoco contro cui il battaglione Galliano e le bande stavano per soccombere, anche il Quartiere Generale traversò un istante di supremo pericolo; due ufficiali1 un sergente, alcuni ascari e lo stesso portabandiera a fianco di Baratieri, caddero colpiti, da palle nemiche; tuttavia il Generale con un coraggio che rasentava la temerarietà e che da alcuni si volle attribuire al desiderio di cercar la morte prevedendo perduta la battaglia, riuscì a portarsi su Coatit; donde poi, coadiuvato efficacissimamente dal generale Arimondi, potè disporre validamente le sue truppe alla difesa.

Così anche la massa aggirante tigrina veniva sbarrata a nord di Coatit; e altri nuclei nemici che si erano già spinti fin presso la chiesa, erano dispersi.

Alla sera del 13 gennaio cessarono le ostilità ed i due corpi avversari restarono tutta la notte nelle posizioni rispettivamente occupate, con evidente vantaggio dei nostri, i quali in pochissimo numero avevano respinto, infliggendo gravissime perdite, due masse ne-

  1. Tenenti Sanguinetti e Castellani.