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menti, e non tardano a udirsi le risposte di fucileria.
Il combattimento s’impegna tosto e diventa vivacissimo e micidiale. Le truppe eritree sostengono il fuoco con ammirabile bravura e disciplina, e ufficiali e soldati italiani e indigeni gareggiano in valore infliggendo al nemico grandi perdite; ma il suo corpo è più che quadruplo del nostro; e mentre con una parte tiene impegnata la destra e il centro, ove la vittoria comincia a sorridere alle nostre truppe, con altra parte, di forza quasi uguale, approfittando della sinuosità del terreno, compie un aggiramento nascosto verso la nostra ala sinistra, puntando verso Adi Auei e quindi verso Coatit alle spalle dei nostri.
Questo movimento, non potuto impedire a tempo perchè mal guardato il fianco sinistro dalle nostre bande, costringe il Governatore a spedirvi contro dal centro il battaglione Galliano, il quale riesce ad occupare le alture dominanti i sentieri che da Adi Auei conducono a Coatit; ma nella lotta tremenda che egli sostiene contro la preponderante massa nemica subisce notevolissime perdite ed è costretto a chiamare rinforzi per salvare la posizione già minacciata di Coatit.
Fortuna volle che in quel momento la vittoria sulla destra si pronunciasse decisa e permettesse un cambiamento di fronte alle nostre truppe, altrimenti questo movimento pericolosissimo avrebbe potuto avere un esito fatale.
Baratieri arresta l’inseguimento della massa