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rimasto abbandonato dai ribelli, e con felice intuito della situazione, proseguì tosto verso Halai.
Quivi la compagnia Castellazzi forte di soli 250 uomini, dopo aver respinto le inutili intimazioni di resa mandate da Batah Agos, era stata assalita da circa 1600 uomini, e si difendeva con estremo valore sostenendo il fuoco d’accerchiamento dalle 13.30 fino alle 16.45. A quest’ora una viva fucilata prendeva alle spalle gli assalitori, e poco appresso tutta la colonna Toselli, giunta meravigliosamente in tempo sul luogo dell’azione, si lanciava all’assalto dei ribelli, i quali, rotti e sgominati, furono costretti a precipitosa fuga, lasciando gran numero di morti sul campo, compreso il ribelle Batah Agos.
Il giorno stesso fu liberato il tenente Sanguinetti, e gli avanzi dei ribelli ripararono nel campo di Mangascià che li accolse premurosamente.
Mangascià rimase sconcertato dell’avvenimento di Halai e si affrettò a mandare felicitazioni e proteste di amicizia a Baratieri, ma oramai si era troppo scoperto la sua connivenza col ribelle; e si conobbe anche che egli non cercava che di guadagnare tempo per ultimare i suoi preparativi di guerra.
Baratieri gli mandò un ultimatum, intimandogli di consegnare i ribelli di Halai e di inviare le sue truppe verso Tomat contro i dervisci giusto gli accordi già convenuti; quindi essendo rimasto senza risposta, ritirò da Adua il residente tenente Mulazzani, e si preparò alle ostilità.
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