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nella maggior parte a nord nord-est della città, forti di circa 1000 fucili e 1600 lancie compresi 600 cavalieri baggàra; e nessun sentore avevano avuto dell’appressarsi de’ nostri. Solo verso le 6 apparve sulla destra un corpo stormeggiante di cavalleria nemica che si recava a razziare nei dintorni.

In breve la nostra avanguardia comandata dal maggiore Hidalgo aprì il fuoco contro di essa e poco dopo anche lo squadrone di cavalleria comandato dal capitano Carchidio, uscito dal quadrato del grosso, si slanciava alla carica sulla cavalleria nemica che fu tosto dispersa. In questa brillante carica il valoroso Capitano lasciava la vita unitamente a 18 ascari.

Ma oramai tutte le truppe italiane, girata la punta nord del monte di Kassala erano penetrate nella vasta pianura solcata dal Gasc, e l’avanguardia si era avanzata fino a 400 metri dal campo nemico che, svegliato e chiamato alle armi da una parte della sua cavalleria si schierò tosto in battaglia.

Si impegnò allora il combattimento tra il nemico e la nostra avanguardia, a rinforzare la quale Baratieri spedì tosto due compagnie, mentre un’altra comandata dal capitano Spreafico fu spedita contro il così detto Beth Mala o deposito del governo sudanese; ed in breve sotto il fuoco ben aggiustato dei nostri i Mahdisti hanno la peggio, ed anche la loro cavalleria che aveva tentato di riordinarsi è sbaragliata e dispersa. Allora Hidalgo si slancia coll’avanguardia alla baionetta e riesce con poderoso sforzo, secondato anche del fuoco della