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vano perduto più di 2000 uomini tra morti e dispersi e che gli italiani avevano ottenuto con pochissime forze una strepitosa vittoria. Dopo la predetta battaglia il Kalifa rinforzò Kassala per premunirla da un temuto assalto degli italiani; ma anche questa città doveva in breve essere sottratta al suo impero.

Kassala oggetto di tante preoccupazioni quando infieriva il Madhismo, e che formò si può dire l’obiettivo principale della nostra occupazione di Massaua, dopo la sua caduta nelle mani dei dervisci era divenuta la loro base principale d’operazione per tutte le escursioni e razzie che eseguivano nella nostra Colonia e tra le tribù da noi protette.

Situata sulla destra del Gasc in territorio salubre ed ubertoso, ricco di pascoli e di mandre, fecondo di cotone, di cereali ed altri prodotti, e stazione principale sulle vie che da Berber e da Kartum conducono all’Abissinia ed alle coste del Mar Rosso, prima che il Madhismo la segregasse dall’umano consorzio era uno dei punti più frequentati ed una delle città più commerciali e fiorenti del Sudan egiziano. Avorio, pelli, penne di struzzo, gomma, caffè, tabacco, zibetto e dura alimentavano il suo mercato; numerose carovane soggiornavano sotto le sue mura, il pellegrinaggio della Mecca le apportava un continuo movimento e la metteva in comunicazione con tutto il mondo mussulmano.

Il generale Baratieri ritornato nell’Eritrea nel gennaio 1894, ancora sotto le impressioni degli applausi risonanti in Italia all’indirizzo