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La ferocità del Kalifa non ebbe limiti nel custodire e difendere il suo potere contro tutti coloro che vi si ribellavano, o che lo disconoscevano, che semplicemente lo discutevano. Una sola ombra di opposizione ai suoi voleri, od un sol dubbio pronunciato sulla sua pretesa missione divina attirava i fulmini dell’ira sua. Intere tribù furono per ordine suo giustiziate ed uccise a colpi di randello; nelle prigioni molti soccombettero tra gli spasimi della fame; dignitari e generali ed uno stesso Kalifa suo collega soffrirono le pene più strazianti; e perfino i parenti del Mahdi che gli davano ombra furono perseguitati, imprigionati e sterminati.
Alla fine apparve il dissolvimento.
Al fanatico ed invincibile Mahdista era successo il querulo questuante Dervis mal pagato e mal nutrito e costretto a continue razzie per vivere; ed a lui l’accresciuta miseria e schiavitù e lo svanire, senza alcun frutto, delle lusinghiere promesse del Mahdi avevano affievolito la fede ed il valore guerriero; la popolazione, ridotta dalla fame e dalle stragi a poco più della metà, languiva debole ed inerte senza traffici e senza alimenti nel più desolante squallore; e mentre ai tempi del Mahdi essa co’ suoi slanci a co’ suoi impeti di fanatismo aveva potuto costituire delle armate di oltre 100000 uomini che spazzarono il dominio egiziano, ora si dimostrava insensibile ai continui esortamenti religiosi del Kalifa e lo secondava più per timore che per amore, riuscendo a stento nei momenti del bisogno a formar delle