Pagina:Melli - La Colonia Eritrea (1899).djvu/118


— 92 —

solennemente a suo successore Abdullahi, uno de’ suoi tre Kalifa, il quale era stato il suo vicario e consigliere nelle grandi imprese compiute e più volte aveva avuto da lui segni palesi della sua speciale preferenza e benevolenza; ma sebbene questi riuscisse subito ad ottenere il riconoscimento e la sottomissione degli altri Kalifa e di tutti gli Emiri, ed a stringere in pugno la rivoluzione ancora allagante nel Sudan, era ben lungi dall’avere l’ascendente del suo predecessore.

Tuttavia i primi anni del dominio di Abdullahi continuarono ad essere allietati dal successo. L’apostolato religioso del Mahdi aveva prodotto in quelle popolazioni ignoranti ed impulsive degli effetti irresistibili, e ne erano scaturiti, come al tempo della rivoluzione francese, dei condottieri e degli eroi.

Avvennero le prese di Kassala e di Sennaar, la completa conquista del Darfur, le strepitose vittorie di Abu Anga e Zaki Tummal contro l’Abissinia, le spedizioni vittoriose nel Bahr el Gazal e nell’Equatoria, e parve per qualche tempo che l’opera del Kalifa proseguisse e completasse quella del Mahdi.

Ma poi l’entusiasmo cessò; l’ingordigia e la crudeltà del Kalifa e de’ suoi Emiri, che valendosi del manto religioso spogliavano e dilapidavano le misere popolazioni soggette, tutto volgendo a proprio vantaggio ed a quello di poche tribù adepte privilegiate, e le tiranneggiavano, esercitando sui deboli e sui vinti degli atti di inaudita barbarie, suscitarono il disgusto e l’avversione anche tra i più devoti seguaci del Mahdismo.