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La Commissione lasciò poi che il tribunale di Massaua indagasse circa le risultanze della revisione di un processo contro due ricchi indigeni, cioè il negoziante Mussa el Accad e Hamed Kantibai già capo degli Habab, sospettati vittima di calunnie, sull’uccisione di un altro ricco abissino detto Getehon, e su altre uccisioni e ricatti attribuiti a Cagnassi, a Livraghi ed ai loro dipendenti.
Pochi mesi dopo una coscienziosa sentenza di detto tribunale metteva in chiaro anche questi fatti e condannando alcuni malvagi agenti indigeni che erano stati gli artefici principali dei mali lamentati nell’amministrazione della Colonia, assolveva gli altri funzionari coloniali.1
Coi giudizi importanti ed autorevoli pronunciati dalla Commissione intorno all’utilità della nostra Colonia, e cogli altri responsi autorevoli e sereni da essa emessi sul contegno dei funzionari coloniali, appoggiati dal verdetto di un tribunale superiore ad ogni sospetto e presieduto da quell’integro ed eminente uffi-
- ↑ Livraghi da Lugano, forse concependo il basso sospetto che i Comandanti superiori rinnegassero la responsabilità di quanto poteva riguardarli, pubblicò a sua discolpa, un memoriale in cui, basandosi su dicerie raccolte nella Colonia, dichiarava che per opera degli uomini del nostro capo di fiducia Adam Agà sarebbero stati sopressi circa 800 individui appartenenti a bande disciolte, ed altri 50 sarebbero stati uccisi isolatamente. Di tanta ecatombe creata dall’esaltazione mentale di Livraghi, e da lui stessa poi smentita, la Commissione potè accertare che le uccisioni collettive non avvennero affatto, e che quelle isolate, anche comprendendo quelle non provate ma solamente sospette, potevano essere in tutto circa 12, od al più 15, ma certamente non più di 20. (Parole testuali della Commissione).