Pagina:Mela - I tre libri di Pomponio Mela del sito, forma, e misura del mondo. Tradotto per messer Thomaso Porcacchi.djvu/54

Si LIBRO Fn< cofloro fono diuerfe le opinioni del morire.Alcu= ni penfanó, che lenirne di coloro, che muoiono, ritor remino ne’ corpi: altri, che s’eUenon ritornano, non però muoiono, anzi pajfano a miglior uita: alcuni aU tri,ch’elle neramente muoiono: ma che migliore è quella morte, che lo fare in uita. Et però efii piangono dirottamente i parti Subito, che fon uenuti almondoiet aU incontro, quando efii uengono a morte, fanno fejla come nelle follennita loro, er con giuochi, er canti la riuerifeono. Ne meno manca l’animo alle donne di Un feiarft morire foprai morti corpi de’mariti, er con quelli infume d’hauer fepoltura, anzi tengono quejlo per un grandifimo lor noto. Ma perchè ciafcun marito ha più di’una moglie, quiui è, che fra loro è gran conte fa innanzi a’giudici,di chi debb’ejjer tale honore, percioche molto è riputata coftumata, er gran contento prende colei, che in quefla tal contefa, ottien la uittos ria. Gli altri popoli grandemente fi attriftano, er con grida, er pianti acerbifiimi gli portano a fepelire. Ma coloro, c’hanno animo di confolar gli altri, portano al te loro catajle armi, er robbe: er fanno apparecchia ti, come efii dicono, fe uien loro occafme, òafar pat ti, ò a combattere con la morte di colui, che giace. Ma quando non uenga loro occafione, ne di fare accordo, ne di menar le mani, eglino albera rimangono Signori, delle mogli di quelli. Le fanciulle, c’hanno a maritarfì, non fono allogate da’ padri a gli huomini, anzi ò fi uen dono all’incanto: ò fi promettono, ch’elle faranno lor conceffe. La cagione di quefto è, che uoglion uedere,! s’elle