Pagina:Mela - I tre libri di Pomponio Mela del sito, forma, e misura del mondo. Tradotto per messer Thomaso Porcacchi.djvu/112

ito L I B R O e* con li cimi il cielo, er le jleUe; anzi le fòjlienè an= con. Dirimpetto, hfole fortunute fono abbondanti di quel, ch’elle producono per loro medejìme: er nafcen* doni fuccefiiuamente altre [opra altre cofe,nodnfcono gli battitori fenza un penfiero con maggior felicità, che l’altre città,doue fi coltiuino i terreni, Vna ue ne ha molto nobile per la fwgolar naturaci due fonti.Del* le quali una ha tacqueche chi ne beue muore ridendo, e’I rimedio, c’hanno sofloro, fi è bere tacque dell’altra fonte. Queflo ffacio,xh’è.moleflato dalle fiere, ha gli Himantopodi uicini i iquali piegano nelle gambe debo* li, e fattili: e dicono-, che più tofto uanno carponi,che cammino. Pófcia i parufi; che furono alcune uolte ricu chi, er cip fiu-quanio Bercele andò altBe/fieride: box ra fono rozi, e poueri,fe non che fi fojlentano co’greg gi. Quindifono alcuni più grafi campi, er piaceuoli bofehi. 1 Teroti, X Bmni hanno copia d’auorio.l Higri ti, e’ Getuli ffiarfi per tutto, hanno fino ititi grafi, et fertili, er fono, famofiper la porpora, er per lo muri ce, molto.efficaci a far tinta: er quel che per tutto han no tinto, arreca loro grannome-llrimanentefiUmie ra di muritania piufn fuora. E nel fine e l’ultimo can tane d’Africa, che s’inalza per feftejfa ideile me de finte ricchezzeima diminor quantità,• copiofa. Del refto è anco più ricco terreno, tanto fertile, che molto largamenlegetiera ogni forte di biade non pur fe minate, ma ancora ne produce per fa medefimo.Dicefì, che qui regnò. Anteo ì dotte, ne appare un manifefio fe* gno della fauóia, percioche fi uede unapiccola collina,