Pagina:Mela - I tre libri di Pomponio Mela del sito, forma, e misura del mondo. Tradotto per messer Thomaso Porcacchi.djvu/111

T E R Z O. 109 la medefima forte, ma minori, dentro i quelli altri fin mi, che uanno al mare Oceano: er folamente queflo nelmezo della regione corre a Leuante, ne fi fa doue j egli riefcd. Per queflo fi raccoglie, che riducendofi il Nilo in quelli fonte,zr pigliando augmento, corra per alquanto ffacio per paefì afcoftùcr però fia incognito; poi com’egli arriui à luoghi fuoi, fi uegga. Ma in quel tempo, ch’egli è coperto, fa, che in queflo luogo pare, ch’egli entri fotta, er in quel’altro, ch’ei nafca. Nafce in quefti pdefi una fiera detta Catohlepa piccola; ma ha fi grande, er fmifurato capo,che a pena può foftener a lo: er per ciò il più del tempo fta con la faccia in ter ■ ra. E x fopra tutto da farne mentione per la fingolar futa forza: percioche non affrontando élla ne con furia, ne con morfi: amazza folamente altrui, quando tUa e guardatane gliocchi. All’incontro di quefti medefimi fono l’ifole Dorcadi, doue habitarono già, come dico* no, le Gorgoni. La terra fornifce al promontorio detto Uefperucera. Quindi ha principio quella fronte; che uciltando a Ponente, è bagnata dal mare Atlantico. La prima parte di quefta e tenuta da gli Ethiopi. Nel mezo non ui habita ueruno. Percioche, ò fon luoghi ardenti, ò coperti dall’arene, ò mole flati da’ Serpenti. Vicino a’ luoghi ardenti fono l’ìfole; doue fi dice, coabitarono Vtìejferide. Nelle arene è un monte, le cui radici tutte fono grandmimi fafii, er balze d’ogn’intorno tagliate: er egli è precipitofo, fenza uia, ey quanto più alto afcende, tanto è più fonile. La fua altezza è tanta, ch’arriua alle nubi,erfic detto, ch’egli non pur toc*