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mo selvagge non hanno commercio fra di esse, se non nella necessità di qualche carestia, o disastro qualunque, che le obblighi a ricorrere ai vicini, dai quali, o con qualche difficile concambio, o per mera umanità, o colla aperta forza trasportano il necessario mancante. Non si dà nell’uomo moto alcuno senza un bisogno (di che nel primo discorso si è trattato) nè un bisogno senza una idea, e queste sono ne’ popoli isolati e selvaggi limitatissime.

Quanto più le nazioni diventano colte, ossia quanto più s’accresce il numero delle idee e dei bisogni presso gli uomini, tanto maggiormente si vede introdurre il commercio fra nazione e nazione. Il bisogno, cioè la sensazione del dolore, è il pungolo col quale la natura scuote l’uomo, e lo desta da quell’indolente stato di vegetazione, in cui senza questo giacerebbe. Paradosso poco consolante si è questo che sempre il dolore preceda il piacere, e che per necessità ogni nazione debba essere prima infelice per diventare colta dap-