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lamento da qnella parte della filosofia che si snol chiamare razionale o metafisica; nella quale, chi non ammette se non un punto di partenza, un metodo solo, il psicologico, o l’ontologico, o teologico, non arriva a tutte le verità e cerca invano il passaggio, come soglion dire, da un metodo all’altro; mentre chi li ammette tutti ed osserva d’ogni maniera, trova molto più, trovale armonie dei tre melodi, che è lutto quello che si può trovare tra essi. E cosi poi avviene con più grave danno alla storia. Chi ammettesse i soli documenti rivelati, avrebbe storia ricca di spiegazioni, ma povera di fatti particolari; e chi non ammette poi i documenti rivelati, può avere storia ricchissima di fatti si, ma, oltreché l’ha pur mancante di molti e gravi fatti, l’ha poi mancante di tutte le grandi spiegazioni. Quindi a chi appunto voglia, come noi, spiegarla o meditarla, il volerla spogliare de’ documenti rivelati sarebbe (per paragonare il dappiù al dammeno) come volere spiegare l’astronomia rigettando le osservazioni telescopiche, o la chimica rigettando le elettriche, o qualunque delle scienze naturali senza aiuto di matematica. Chi non crede alia rivelazione, non può meditare di storia universale; e chi medita di questa, crede a quella di necessità. — Inevitabilmente, ed in somma, la storia universale é nn complesso, una continuazione, una serie di prove della rivelazione; é la scienza che ne dà un numero maggiore. Ma tulle le scienze ne danno alcune; e il raccoglierle é ufficio d’una scienza speciale, e il farle fruttificare non è ufficio di niuna scienza. Noi non vogliamo né usurpar quel!’ ufficio, né pretendere a questi frutti; vogliamo solamente non restrìngere la scienza nostra, non rinnegare niuna delle connessioni di essa con qualunque altra, ninna massime delle connessioni tra il genere umano e la Provvidenza divina.