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dell’universo non sono se non stanze varie della casa di Dio, non sono se non altari vari nel tempio a sè stesso innalzato da Dio; gli spiriti di ogni globo non sono se non i sacerdoti di ogni tempio.
VIII. Ma riscendiamo di lassù. Il dimorare in quelle contemplazioni non è conceduto se non appunto agli spiriti già purificati, agli Angeli; le poche notizie rivelateci, le poche facoltà scientifiche dateci non cel concedono; e come il corpo nostro attaccato alla terra non può alzarsi se non per nn momento, e ricade, cosi ricade l’animo nostro da quel momentaneo toccare al cielo. Ma non sarà inutile l’esservi saliti un momento. Di là scendendo, e quasi vedute di su in giù, si fanno più comprensibili la terra, il genere nmano, gli eventi umani; di là scendendo, sparisce soprattutto ogni distinzione troppo assoluta tra quegli eventi naturali e soprannaturali, che non appaiono più se non quasi terreni e sopraterreni; sparisce la supposta improbabilità di questi. Creati noi per il cielo, od anzi creature celesti anche noi, fratelli non solo tra noi ma con gli altri spiriti celesti, e figli tutti del Creatore, quelle relazioni tra esso e noi, tra gli nni e gli altri di noi, che narrate dalle storie sacre e travisate ma pur rammentate dall’altre, furono poi negate o derise da alcuni come impossibili, ci parranno non che possibili ma probabili, ma cosi certe, che ci farebbe anzi meraviglia se elle non fossero avvenute. I miracoli, cioè quegli eventi che contrariano le leggi della natnra terrestre, non ci parranno se non effetti di quella natura nniversale, che comprende l’antore stesso della natura, se non atti più diretti di Lui; non li diremo soprannaturali se non relativamente alla natura creata, e non mai innaturali, chè noi possono essere all’autore onnipotente della natnra. Le rivelazioni, cioè la parola di Dio parlata agli uomini in qualunque modo, le discese e le azioni di Dio e degli spiriti celesti sulla terra non ci parranno soprannaturali se non nel medesimo senso; e cosi lo stesso evento massimo della storia nmana, la massima delle relazioni tra cielo e terra, tra il Creatore e sue creatore, il massimo de* misteri, l’umanazione di Dio. E cosi ci si allargherà il campo della storia; cosi ella non rimarrà del tatto
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