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degli spiriti ti trova cosi materializzata, da aver ripugnalo sempre alle menti più contemplalrici, e da aver cosi chiamate nuove modificazioni dalla filosofia. Ma nè questa non le diede mai satisfacenti. Bisogna vedere in Platone,’ che fu pure il più immaginoso e il più spiritualista de* filosofi antichi, quanto confusa e povera, e male spirituale fosse ogni loro idea della vita ulteriore degli spiriti. E se socrate, forse, ed alcuni altri ne concepirono nna più chiara, certo è poi che eqsi non la poterono diffondere mai, e che non fecero salir mai il genere umano oltre l’idea materiale de’ Carni» Elisii o de’ paradisi d’Odino o di Maometto. — All’incontro, l’idea della vita eterna fu senza dubbio più pura, più spirituale, più precisa, o nelle prime rivelazioni tramandate da Adamo e Noè a tutto 11 genere umano, ed in quelle tramandate specialmente da Abramo, da Mosè e dai Profeti al popolo ebreo; essendo falso il dir di alcuni, che non si trovi cenno in tutto l’Antico Testamento del dogma della vita eterna; chè anzi se ne trovano molti.’ Tuttavia è certo che questi cenni sono mollo meno chiari in quelle rivelazioni e in tutto l’Antico Testamento che non nel Nuovo; e convien dire che non paressero chiari nemmeno a tutti gli Ebrei, posciachè si trovan questi divisi più tardi in due opinioni, due sètte, non iscomunicata nessuna delle due, i saducei ed i Farisei, i primi de’ quali o non credevano, o non tenevan conto dell’opinione della vita eterna, creduta solamente dagli ultimi. — Il fatto sta, che queste oscurità ed incertezze non cessarono se non per l’ultima e maggiore rivelazione di Gesù Cristo. Egli primo, egli solo degnò spiegarsi in tal modo da
- Vedi principalmente il Fedone e il Timeo; e per questo il commenta citato del signor H. Martin, e principalmente n’XXII, XXXVMXJJV, CXXXIX, CCVII.
1 1 principali sono: Genesi, 1,26,28;— ib., 11,7; — ib., XV, 15;—ib., XXXVII, 35;—ib., XLV11,9. —Numeri, XX, si;—ib., XXVII, 13. — Eoclesiastes, XI, 9; — ib., XII, 7, 13, 14. — Proverbi, XIV, 32. — EzechieUe, XXXVII, 2,14. — Damele, XII, 8, 3. —Tobia, 11,15, 18. — sapienza, 111, 4, 9;—ib., V, 16. —Psalmi, LXXI1, 85,26. E questi sono tali ebe anche senza liuto d’interpreti convinceranno chicchessia. Molti altri poi si potranno vedere raunati ed interpretati nel Guéné, Lettree de quelques Juifs à M. de Voltaire, V partie, lettre Vili, et 3* partie, lettre IV; stolberg, Geschichte der Religim Jesu Christi, Wien 1825, 2er Band, ss. 287300, e in Molitor, Philosophie der Geschichte oder uber die Tradition, Munster 1834; 1«* Th., ss. 272274.