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la vendetta della Cristianità! Ed io compatirei a siffatti discorsi; e se fossero principalmente di nomini succeduti alla nostra generazione, aggiugnerei che in qnesta, passala per tante vicende di governi diversi,niuno quasi fu di noi che non abbia avuto a sentire o dire al medesimo modo; niuno che, quantunque innocente di vendetta inazione, tal sia forse rimasto sempre in desideri!. Ma appunto per ciò, per questi nostri sperimenti, e per quello soprattutto della satisfazione di coscienza che sorge in chiunque resistette agli sdegni anche giusti, noi viventi abbiam forse qualche diritto di dire a coloro che verranno in migliori età: I casi particolari si voglion distinguere, furono distinti sempre dalle condizioni generali dello stato; quando furono veramente, realmente tiranniche queste, la Provvidenza vi sopperì sempre; e dovere civile d’ogni cittadino è allora d’ainlare alla Provvidenza, d’aggiugnersi a’ chiamati da essa. Ma appunto elle si voglion distinguere prima le condizioni veramente insopportabili, cioè le veramente inique dello stato, dalle solamente difficili o penose, e non far illecitamente per queste ciò che non è lecito se non per quello; e ilgiudicio di tale legittimità o legalità di resistenza di tali casi nazionali, è sempre dubbio. Ma è sempre certo che non son legittime nè legali, nen lecite in niun modo, per niun caso particolare; che più? non è lecito far nè lasciar entrar nè le ragioni nè gli eccitamenti di casi particolari nel giudizio de’ casi nazionali. Questo sopportare i casi particolari è virtù necessaria, santa, in tutte le forme di governo, in tutti i tempi. Gli antichi la chiamarono generosità verso la patria, i Cristiani la chiamano rassegnazione. Aristide, Temistocle ed Alcibiade stesso la esercitarono la prima in Atene; Coriolano, il grandissimo Camillo, Cicerone, e molli altri, in Roma; Gregorio VII, Alessandro III, Cosimo padre della patria, uno stuolo di santi ed uomini grandi esercitarono la seconda. Chi sdegna o sprezza tal virtù, non è a segno dell’antica, ma tanto meno della nuova civiltà; ninna civiltà può stare, e tanto meno progredire senza il sagrifieio di sè alla civiltà. La civiltà Crisiiana, figlia del Cristianesimo, non si può avanzar se non come il padre, per martirii; e il martirio poi non è martirio, se non s’ottiene pei

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