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«petto agli achiavi; nessuno poi, nemmeno degli antichi, non dubitò mai della spiritualità di niun nomo, nemmeno degli schiavi. — Insomma, la distinzione tra lo spirito e la materia ci è data dall’osservazione interna di noi ed esterna de’ simili a noi, con tal certezza, che ad ogni uomo non filosofo pare inutilità, importunità e stoltezza il volergliela provare; e che tra coloro stessi che s’assumono l’officio di confermare a modo loro il già certo a tutti, i piò e migliori la confermarono sempre ognuno a modo suo in ogni modo; e ne diedero all’uomo il nome di Microcosmo o mondo ristretto, e ne fecero fondamento, punto di partenza di ogni filosofia. L’uomo non è Microcosmo, se non nel senso che comprende in sé le due nature, le due esistenze da lui vedute nell’universo; che, come sé, ei vede l’universo materia e spirito. Tutte le filosofie poi, tutte le scienze, tutta la sapienza, e superiori alla sapienza le idee del bene e del male, della virtA e del vizio, si fondano su questa distinzione. — E sovr* essa si fonda soprattutto la ricerca del fine, e quindi del destino degli nomini. A chi crede tutt’ uno materia e spirito, è inutile, è irragionevole cercare il fine della materia in qualunque modo ordinata; è chiaro, è universale tal fine; è di disordinarsi e non piò. A quelli soli che distinguono materia e spirilo può esser utile, è ragionevole, concedendo quel fine alla materia, cercare il fine, la causa finale, il destino degli spiriti.

IL E perciò osservati noi, creatura uomo, noi dobbiamo osservare tutte le altre, sotto e sopra noi, terrene ed oltreterrene. Incominciamo dalla terra. Sopr’essa, oltre a noi materia e spirito, noi osserviamo con non minor certezza molte altre creature, le qnali o sono solamente materia, o, se mai, sarebbero spiriti mollo diversi ed inferiori a noi.— I naturalisti distinguono le creature in inorganiche ed organiche; e queste in vegetanti ed animate. Ora, che le inorganiche non sieno congiunte con niuno spirito, ninno è che dubiti, se non que’pochi filosofi che dicemmo aver negata la differenza tra lo spirito e la materia; la materia inorganica non ha unà di tutte le facoltà che lo spirito nostro osserva in sé, e di che forma l’idea di spirilo. Le vegetanti poi non