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via di taU* le migrazioni continentali e marittime; cbe l’Italia in cni si trovano fin dall’origine accnmolati que’nomi primitivi di Tirreni, di Liguri, di Ombroni, di Greci, di Pelasgi e di Galli, non potè essere slata nido di nna sola genie, ■è di poche e consangninee; che se noi abbiam quindi un vanto da darci, ei debb’esser l’opposto di quelli che ci furon dati piA volgarmente; che, vanto o non vanto in somma, noi dobbiamo esser anzi nna delle nazioni conformai* di pia schiatte, dobbiamo avere avuto nno da’sangui più misti, nna delle civiltà, nna delle collare pià ecletticho, le qnali sieno state mai. —Ed or noi siamo per veder confermate dallo studio siffatte congottnre.1

IL Molti nomi furono dati anticamente alla nostra Penisola, i quali nei verremo accennando via via quando K potremo spiegare. Ma ano importa fin di qua, perchè, meglio che nulla altro, spiega egli stesse le relazioni delle genti nostre antichissime col mondo contemporaneo: il nome di Vesperia od Esperia, cho vai qaanto terra occidentale. Dal* alla ftostra penisola prima che all’Iberica * od insieme con essa, ei ci acceana che tutte e duo furono già, rispetto al mondo orientale ed incivilito di que’ primi miilenli, ciò che

• Indichiamo al aolito come cenno di bibliografia l’Xrcftioto itonn di Oettlnger (ni 11,4731483 e 49173039 e seg.); e, come fonte principale, Dionisio d’Alicarnasso. Questi i il solo antico ohe abbia trattato distesamente delle origini italiche. E medioore stòrico, retore sovente, {a gii molto diaprezzato anche come fonte. Ila gli studi ultimi l’han fatto risatire a molta autorità (vedi PetitRadel, op. cit., e Niebuhr, jxmim); ed io eroderei che quanto più si studierà e si compartii agli altri, tanto più ei salirà ancora. Leggeri, quantunque Greco, nelle origini greche che non erano assunto suo, leggeri forse ancora nelle origini italiche settentrionali che vi si accostavano solamente, eimi par grava ed informato nelle origini Italiche meridionali, sole ch’egli intendesse esporre; ed autorevole principalmente sulle origini Etnische, di che egli avevaTatto un libro’apeciale, or perduto. Egli non cade forse se non in un errore grande, propugnando l’origine sul suolo di aloune genti. Noi che non possiamo ammettere tali origini, dobbiam cercarle da fuori. Trovate queste, certe o probabili, non abbiam più se non a seguire Dionisio e piuttosto ad ordinarlo fperciocché «gii, come Erodoto a tutti gli storici antichi, non facevano le loro esposizioni por ordine cronologico naturale, ma quasi poeticamente, secondo l’occasione e risalendo); e ciò fatto per l’Italia meridionale, Boi troviamo lumi è conferme numerose a quanto abbiamo altronde per la aettentrionale. Un commento, ad hoc di Dionisio sarebbe il primo apparecchio necessario a qualunque scrittore voglia attendere ad uno atudio defluitivo della storia d’Italia prima del dominio de’ Romani.