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ne, ma soprattutto quel desiderio di schietta e compiuta veliti, il quale è virtù in ogni scienza, e virtù speciale nella storia, ma virtù difficile nella storia della patria. Ad ogni nazione come ad ogni uomo è necessaria la rettitudine della propria coscienza, il rendersi conto giusto de’ propri fatti passati, per ben fare all’avvenire; e la storia è coscienza delle nazioni, necessaria a qnelle. che sono in alto stato per veder come continuarvi, necessaria a quelle che in mediocre o basso per iscoprir come se ne risalga. La verità è solo fonte di buona pratica; fonte d’errori è sempre l’adulazione, sia che ce la diano i vili per amore e profitto proprio, sia che talora 1 generosi per amor ben sentito ma mal inteso ad una patria infelice. Anche l’adulazione generosa è dannosa; il coraggio che ella pretende dare, fondato su falsità, snol cadere nei dappoco al primo incontro dei fatti; e gli uomini di cuore non han bisogno di tal supplemento al coraggio che hanno già; amano sempre a guardar in faccia la verità, tutta la verità, trista o lieta. — Io poi ritorno qui a quegli studi speciali a cui mi rivolsi fin da principio di mia vita letteraria, e che seguitai, da venti anni, quantunque variamente, non forse senza costanza. Oggetto, tema mio precipuo fu sempre la storia d’Italia nelle varie età sue; e toccai già all’età o de’ barbari, al medio evo, ed anche ai tempi modernissimi.

Or risalgo agli antichissimi. Ma sempre ’ebbi, ed ora ho la sventura di non saper, come altri, ammirare elodare ogni cosa nella storia d’Italia, da’ Tirreni fin a noi; ebbi già la sventura di trovare errori, colpe, castighi e vergogne anche ne’fatti nazionali; ho la sventura di non trovar qui antichità, nobiltà, unità di schiatte Italiche, superiori a tutte l’altre; ebbi ed ho la sventura di non saper nè voler celar ciò che. trovo. E quindi a petto degli ammiratori universali io parvi e parrò scrittor troppo austero, anche ingiusto, od anche poco o mal amante della patria. Nè mi vanterò di essere rimasto impassibile a tali rimproveri. Ma io mi sforzo di restar irremovibile; pensando, che austeri ed ingiusti e poco e mal amanti la patria parvero puro un Dante, un Parini, un Alfieri a’lor di; e che, giovani essi e sommi ingegni, ed avendo quindi dinanzi a sè una lunga e gloriosa carriera a