Pagina:Meditazioni storiche.djvu/423

musica e il ballo. Ua sia poi che la poesia, avanzala per le ragioni che dicemmo della religione più poetica e della scrittura alfabetica, avanzasse ella le arti accompagnatrici; sia che in queste valga veramente il genio particolare nazionale; certo, pare che si avanzasse, oltre ogni altra contemporanea o posteriore antica, la musica greca. Tradizioni e testimonianze positive concordano a mostrarci i meravigliosi effetti di essa; ne’ tempi antichissimi, tribù e genti intiere che seguivano quei cantori primitivi; poi, Licurgo e gli altri legislatori, che fra’ loro principali ordinamenti dieder regola al suono ed al canto, e nell’età seguenti Platone ed altri Glosofi che vi si occuparono come in riforme importantissime. Non è possibile dir tutto ciò illusione storica; non si vuol rinnegare anche qui la storia, per non saperla intendere. Accettiamola almeno noi Italiani, più sensitivi e quindi più credenti agli effetti di quella melodia che fu pregio principale della musica greca. La melodia è ispirazione naturale spontanea, e che può venire,, e viene oggi ancora, bella negli animi rozzi e primitivi tanto o forse più che ne’ colti; ondeché non è ragione di credere, che nemmeno noi, i quali superiamo tutti i nostri contemporanei in questa parte dell’arte, abbiamo superati gli antichi Greci. Certo la quantità dei modi che questi ebbero, fanno, come che s’intendano, credere alla ricchezza di lor melodie. E poi, per I’ armonia stessa, chi ci assicura che da que’ cori numerosissimi (talor d’un popolo intiero), non si sapessero produrre accordi, effetti armonici sorpassanti ogni fatto, ogni idea nostra ? Noi abbiamo, è vero, la superiorità nell’istrumentazione e nella scrittura o notazione. Ma chi può giudicare se potessero più i vantaggi antichi o possano più i nostri, mancandoci monumenti? A difetto de’ quali crediam dunque alla storia.—E n’avrem forse un non disprezzabile insegnamento: che alle nazioni sensitive come la Greca e l’Italiana, importante cosa è pure la musica; che, secondo il giudicio di quegli antichi, ella può essere viziosa e virtuosa, può ammollire o ritemprare. E noi siam giunti a un grandissimo avanzamento di quest’ arte nostra certamente. Noi abbiamo l’Ariosto, abbiamo anzi il Raffaello della musica. Ma chi ci darà il Mi