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del progresso di tutte le scienze nella Cristianità, non era di gran lunga cosi evidente ne’ secoli scorsi. La innegabil distruzione delle scienze antiche al tempo, e in parte per opera del Cristianesimo, e la lunga stazione scientifica del medio evo non erano per anco compensate da’ nuovi progressi; e nel complesso dei secoli cristiani potevano parere più numerosi i retrogradi o stazionari, che non i progrediti. Quindi allora quell'opinione, la quale noi dobbiamo perciò compatire, che il Cristianesimo, non che favorevole e promotore, fosse anzi di natura sua nemico ed oppressor delle scienze; che fossero stati più favorevoli ad esse il divagare, la libertà scientifica antica; che fosse necessario tornar a quella per restaurar la scienza; che fossero due vie, due metodi, due sapienze, non che diverse, contrarie, quella del Cristianesimo e della scienza. E quanto alle scienze cosmologiche in particolare, non bastò separarle dalla cosmogonia Mosaica, e contrapporle; ma, strano e quasi incredibile a dirsi oramai, si tentò restaurare le cosmogonie antiche, e trovar tra esse e la scienza più concordanza. Tornossi all’origine ignea, all’acquea, all’atomistica, a qualunque altra più dimenticata già o più rigettata, con poche o ninne differenze, senza ninna invenzione nuova; tal non essendo nemmeno quella cosmologia che fa dalla materia primitiva ed eterna svolgersi spontaneamente prima l’organizzazione più semplice de’ vegetali, poi quelle successive e più complicate degli animali invertebrati, vertebrati, mammali e manupedi, fra cni non rimase l’nomo se non l’ultimo e meglio organizzato, il pensiero se non un prodotto di tal migliore organizzazione. Cosi di perfezionamenti in perfezionamenti arrivavasi dalla materia rozza all’uomo, oltre al quale dicevasi non poter andare;.ovvero, all’incontro, risalivasi dall’uomo alla materia pnra ed universale. E cosi, escluso Dio creatore, facevasi creatore e Dio la materia. E questo chiamavasi scienza, questo filosofia, questo obbedire alla ragione umana!
X. Ma, ridotta a tale estremo la ragione umana, si ribellò a tali dei, a tale scienza troppo mal detta naturale, e tornò a quella che più conformemente alla nostra vera ed intiera natura, alla più vera ed intiera sapienza, ammette pur