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Irodosioni; e che passatavi, e perfezionalavisi coli’aggiunta delle vocali, vi fa progresso sommo, e fonte di novelli e grandissimi progressi.

XIV. Il primo fa senza dubbio quello della poesia. In Grecia come dappertutto, per vero dire. Ma in Grecia l’ufficio quasi sacerdotale e mitologico de’ poeti, e la scrittura alfabetica potatasi osar da essi antichissimamente, dieder loro (molto più che non facessero tutte quelle condizioni locali che si soglion vantare) un gran vantaggio su tutti quelli fra’loro contemporanei, che non ne usarono. Orfeo, Museo, Lino, Tamiri e gli altri primi lirici Greci, furono tatti Elleni posteriori ai Peiasgi ed a Cadmo, e si valsero certamente delle lettere Pelasgiche o Cadmee; e se, rimanendo cosi pochi squarci di lor poesie, non possiam giudicar de’ lor meriti, noi ne possiamo argomentare dalla costante tradizione degli effetti che produssero, dalla autorità incivilitrice che esercitarono.1 D’Esiodo, più giovane che questi, e di che li disputa se fosse anteriore o contemporaneo ad Omero, disputasi pure se sia autore di tutti i poemi che rimangono sotto il suo nome; i quali, ad ogni modo, poemi mitologici e non più, non basterebbero ad asserire la superiorità della poesia greca fin dall’età primitiva — Ma basta e soverchia Omero. Del quale tanto si disse e disputò dall’antichità fino a noi, cbe il non poterne dir qui se non brevissimamente, i nno de’ difetti invincibili dello studio presente. Jonio ed Asiatico, ei ci accenna che di quella schiatta e quelle regioni partirono i più chiari lampi della prima coltura Greca; di là vicino alle civiltà, alle colture più antiche; di là dove le colonie Elleniche novelle non fecer forse che continuar le colture Pelasgiche e Javonie primitive. Del resto, vide taluno nell’assunto dell’Iliade, nella contesa d’Agamennone e degli altri Achei contra Achille, preso per rappresentante della schiatta Dorica, quasi una recriminazione della schiatta Jonia contro all’Achea ed alla Dorica prepotenti al tempo di Omero.1 Ma, prima, ei mi par mollo dub

’ Gli squarci che vengono ne’poeti minori sono quasi tutti tenuti per ispnrii. vedi schoell, Hiefoire de li litUralure greeque profane, Paris 1813, lib. 1, cap. 3.

  • Vedi Bulwer, lib. !, cap. Vili, § %