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pubbliche e private, d’ogni di nell’anno, d’ogni ora nel di, nascita, educazione, amicizie ed amori giovanili, conviti, nozze e relazioni tra coningi, vitto, vesti, occupazioni, so | lazzi e piaceri bnoni ed anche cattivi e pessimi, tutto quanto ordinato con una regolarità, nna severità, una inalterabilità che mal dissi militare, e non sarebbe meglio detta monacale, nè saprei come dire o comparare, perciocché fa,graie al cielo, unica al mondo. L’uomo, il cittadino era un nulla; era regolato, impedito, mosso, costretto quasi macchina; non era quasi più uomo; lo stato era tutto, era lo scopo della vita privata, delle istituzioni pubbliche, delle invenzioni legislative, delle meditazioni e de’ precetti de’ sapienti. E non è qui il Inogo di cercare, se fosse filosoficamente o moralmente migliore qneslo principio universale nell’antichità, che faceva l’nomo mezzo e lo stato scopo, ovvero quello moderno che fa lo stato mezzo e l’uomo scopo delle istituzioni; ma anche posto il.principio antico, non rimane dnbbio, a parer mio, ch’ei fn seguito meglio da Atene e Roma; che non era necessaria tutta quella costruzione, qaeUa pedanteria, qnel puritanismo politico di sparta. II solo merito della civiltà spartana, ii solo problema sciolto dalla soa costitnzione non fa nè la felicità, nè la virtù de’ cittadini, nè la virtù o grandezza dello stato, ma la durata di esso, l’invariabilità del governo, la infreqnenza delle rivoluzioni interne cosi frequenti in tutti gli altri stati antichi. — Ad ogni modo, e qual che sia questo merito, ei fu dovuto seni», dubbio’alla costituzione antica e gentilizia serbata e confer { mata da Licnrgo. Gli spartani serbarono e costituirono ire,. quando gli altri Greci incominciavano appnnto a cacciarli. Quindi il governo loro fu il solo che rimanesse misto di regno, aristocrazia e democrazia. I due re erano capi della gente spartana, capi dello stato, alla guerra, ne’giudicii, ne’ consigli. — I quali poi eran tre. E prima la grande adunanza popolare, quella che non mancò mai in ninno degli stati Greci, quella che non rappresentava già, ma era la intera gente signora; quella poi che in Atene e quasi dappertutto s’abbandonava alle passioni proprie, e de’ demagoghi o capi di parte, e degli oratori, ma che in sparla fu incom