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desimi fonti come Dei e Dee speciali di varie città. E così noi abbiamo fra gli altri: 1
Aminone, speciale dio di Tebe1
Phtah....... di Memfi5
Neph.......d’Elefantina»
Khan.......di Kernoù 5
Sa tè......dei di syene e dell’noli di sitò ’
Maot.......di Tebe’
Bnbatte..... • di Bubaste8
Neitb...... viisai».»^
De’quali poco importa se alcnno sia da togliere, alcuno da aggiugnere; parecchi certamente furono iddii gentilizi e principali in Egitto, che è il fatto importante; e tra questi parecchi, tre sembrano essere stati o diventati più principali, quelli di Tebe, Memfi, ed Elefantina; e tra qnesti tre diventò poi primo senza dubbio Ammone il dìo di Tebe; che sono altri fatti par importanti. Cerchiamo ora se li possiamo intèndere.
IX. Come poterono sorgere, che cosa furono tutti questi iddii gentilizi? Nomi forse, così numerosamente moltiplicali del dio primo e rimasto solo? Ma non par possibile, non immaginabile. Ognnna delle tre grandi schiatte udiane, od anche ognuna delle grandi nazioni, potè si avere il suo
1 Ho notati qui gli otto dati da Wilkinson per quelli di primo ordine. — Cuetoms and Manners, 2<i series, tomo I, pag. 185, 227.’
1 Champollion le jéune, Panthéon Egyptien, spiegazione della tavòla 1 a. Wilkinson, loo. cit., pag. 246.
• Champollion, loo. cit., spiegazione alla tavola 8 bit,—.Wilkinson, loo. cit., pag. 353.
• Champollion, loo. cit, spiegazione alla tavola 3,—Wilkinson, lòc. cit., pag. 235.
• Wilkinson, loo. cit., pag. 257. —Ma questo i forse, fra gli otto ldd ii maggiori dati da Willdnson, quello di eh» aia più dubbioso se fosse veramente di essi. Dubitasi anzi se debba porsi fra gli Dei.
• Champollion, loc. cit., spiegazione alla tavola 7, A, fa sati dea dei basso Egitto; ma Wilkinson la fa dea dell’altissimo, di syene particolarmente e dell’isola di sitò, loc. cit., pag. 266,267. Nell’uno o l’altro modo, vedesi dea gentilizia.
’ Wilkinson, loo. cit., pag. 271. — Vedi ivi il dubbio che identica con Mauth fosse liuto dea apeciale della città di tal nome.
• Wilkinson, loc. cit., pag. 277.
’ Champollion, loo. cit., spiegazione alla tavola 6. — Wilkinson, loc. cit.., pag. 284.
