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22 MEDITAZIONE PRIMA.

ne. — Finalmente, a coloro che pur concedendoci questa tutt’intiera negassero solamente ad essa quell’efficacia, quella grazia o virtù divina che è promessa non alla scienza de’ dotti, ma alle predicazioni de’ mandati e consagrati, io acconsentirei molto volentieri; e professerei di soprappiù, che quanto più io mi venni addentrando nello studio de’ fatti storici, tanto più mi venni capacitando, non ad essi scientificamente studiati e narrati, ma ad essi religiosamente predicati, sovrannaturalmente confermati, esser dovuto la soprannaturale estensione del Cristianesimo. Ma ciò acconsentito e professato, io domanderei licenza d’aggiungere: vari essere nelle varie età i mezzi per cui la Provvidenza opera le sue opere quaggiù, anche le propagazioni e conversioni; i mezzi maggiori non escludere i minori; i soprannaturali non escludere i naturali e scientifici; ed essere lecito il credere che anche la scienza possa essere chiamata a sua parte della grand’opera un dì; e quel ritorno che segnalammo della scienza non solo al Cristianesimo, ma all’unione della Cristianità, esser pur cenno da far sperare, che s’accosti e sia principiato quel dì. Ma quando anche non fosse sorto né per sorgere mai, quando niuno scrittore, niuno scritto profano non avesse contribuito o a contribuir mai all’estensione o all’unione del Cristianesimo, non perciò rimarrebbe minore il diritto e il dovere di contemplare noi tutti Cristiani le armonie di nostre scienze col Cristianesimo. Né sarebbe perciò distrutta tutta l’utilità che agli implicati negli affari umani può venire dalla contemplazione dello scopo finale di essi. La storia, dicesi, è supplemento alla sperienza. Ma le storie particolari non possono supplire se non alla sperienza di affari particolari in campo ristretto. Or il campo degli affari umani s’è allargato; gli affari d’ogni nazione si connettono con quelli di tutta la Cristianità, e per essa con quelli del genere nmano; perciò debbe allargarsi e s’allarga il campo della storia, perciò si scrivono d’ogni maniera tante storie universali. — Adempiamo dunque con giusta arditezza ciascuno di noi secondo i propri studi al nostro ufficio; egli è parte di quella moneta dataci a far fruttificare da Dio. Tutte le scienze, avendo principio da Lui, debbono in Lui termina-