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teismo, o peggio un’idolatria anteriore al monoteismo. La parola, l’idea di Dio s’oppone a tal supposizione. Qualunque parola sia stata usata mai a significar l’idea di Dio, non so che abbia potuto significare mai, se non una potenza, una grandezza, una santità, una qualità qualunque o infinita o almeno superiore all’umana;1 nè potè qualunque qualità superiore all’umana attribuirsi mai immediatamente da niun uomo, quaulunqne rozzo, ad un prodotto della potenza propria, ad un’opera fatta da sé, o veduta fare dal vicino. Gli ijpmini primitivi non poterono essere cosi assurdi come s« li immaginano ora taluni, posteriori di cinque mila anni; non bisogna confondere la rozzezza coll’assurdità; questa è fenomeno d’ingegni corrotti anziché di rozzi, di idèe numerose e complicate anziché di poche, di tempi ulteriori anziché di primitivi. Non basterebbe toglier di mezzo ogni rivelazione, e si vorrebbe tórre la stessa ragione umana tult’ intiera, per supporre che gli uomini al primo di o un bel di abbiano concepita insieme l’idea di Dio, e l’idea che fosse Dio quel pezzo di legno o di sasso che essi stessi testé aveano figurato, risecato o rotto colle proprie mani. Ei non potè essere se non a poco a poco, di degenerazione in degenerazione di quell’idea di Dio, la quale noi diciam rivelata e gli avversari nostri debbono almeuo dir razionale, almen conforme alle leggi della mente umana, che potè venirsi all’idea assorda, antirazionale, anzi somma delle antirazionali, dell’idolatria. — Che più? Quest’idea che per noi, quanti siamo, rimane qnasi inconcepibile, non ci è concepibile nemmeno come degenerazione del politeismo, se non concependo che le prime immagini, le prime figurazioni non furono già idoli, non furono adorate, non credute Iddii, non tenute come essenti o contenenti, ma solamente rappresentanti o simboleggianti Iddii; e che cosi non fu se non da un cnlto di venerazione che si venue al culto di Latria verso esse. E qui io prego i miei colti leggitori di richiamare a lor mente i rimproveri, i timori espressi dagli Iconoclasti antichi e mo

1 Ciò è conceduto da quelli stessi che credono alle religioni inventate. • La religione comincia dalla coscienza che esiste qualche cosa di supe» rioro all’uomo. » (Hegel, Filosofia della etoria, Cspolago 1840, pag. 89.)