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Astiche.

l’esemplo di Davide cantante e danzante dinanzi all’arca. (II seg., VI, 14 e seg.; I Paralip., XV.) Veggasi in Platone (Leg., lib. II, pag. 74 della trad. di Cousln) ciò cbe sentivano dèlie due i Greci. Presso a questi le danze erano o belliche o pacifiche; le prime chiamlavansl Pirriche e le seconde Emmelie; e tra le prime era la Carpea, in cbe si rappresentava un agricoltore primitivo attendente alternatamente a’ suoi lavori e a difendersi dalla sorpresa de’ nemici. (Erod., lib. Il, 1129, nota 126 di Larcher; e Expid. de Cyrut, lib. VI, § 4, nota 4 di Larcber.)

XIX. Dall’ozio in pace della casta signoreggiante de’ guerrieri (vedi $ 7), venne naturalmente l’invenzione e l’uso frequente de’ giuochi. E già la tradizione taceva antichissimi apparecchi di questi; gli scacchi dicevansi inventati fin dalla guerra di Troia. Ha i monumenti egizii ed indiani ce li mostrano probabilmente più antichi. (Vedi le tavole di Roseilini e di Creozer.)

XX. Le due usanze di dipingersi I corpi e pprtare lunghe le chiome per incuter terrore a’nemici sono antichissime. — I Budini e 1 Geloni, genti vicine alle scitiche, dlpingevansi il corpo intero di rosso e turchino. (Erod., iib. IV, 2107, e nota 223 di Larcber.) I Mosinechi dipingevano di vari colori. (Expid. de Cyrui, lib. V, g 19, nota 44 di Larcher.) — Presso agli Israeliti il portar lunghe le chiome era parte del voto de’ Nazarei; ii voto poteva essere a tempo od a vita (iVum., VI); ed a vita fu quello di sansone. (Judtc., XIII.)

E da questo uso delle luugbe chiome portate principalmente da’ guerrieri più eletti o votati, venne pur anticbissimamente quello di spogliar di esse o deealvare 1 capi de’ nemici vinti, per portarle poscia, quasi trofeo, i vincitori.—< Per deealvare un capo, lo scita fa prima un taglio all’intorno, presso all’orecchie, e pigliando la pelle di sopra, ei la tira e strappa. Quindi, nettata tai pelle di tutta la carne con una costola di bue, rammollisce e piega colle mani, e se ne serve poi come di una tovaglia. Ed appesala al collo del suo cavallo, ei se ne fa onore; cbè quante più di simili tovaglie ha uno scita, tanto più è tenuto prode e coraggioso. » (Erod., lib. IV, | 64, e nota 142 di Larcher.)