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la provvidenza nella storia. 11

nel santuario ed osserva di là armonie innumerevoli.1 — E v’ha più: senza voler entrare in dimostrazioni che sarebbero qui anticipate, mi si conceda usare un modo d’argo mento, una sfida generale già usata da altri. Fu ed è asserito molto bene, non essersi trovata mai nè trovarsi nazione, gente, nè società o congregazione d’uomini, quantunque barbari o selvaggi, senza Dio, senza religioni; e così l’ateismo essere stata rara eccezione. Ma io dico, non essersi trovata nemmeno mai ninna società d’uomini che seguissero una religione puramente naturale, una religione dedotta dalla sola contemplazione della natura, inventata dalla mente umana, senza derivazioni; e così anche la religione detta naturale essere stata più o meno rara eccezione. La storia intiera ci mostra che questa non fu mai se non di pochi e disgiunti, i quali or fuggirono, or pretesero fuggire gli errori delle religioni positive; e che queste sole in somma furono seguite in ogni tempo dai più, dal popolo, dalla società stessa, di mezzo a cui si separavano que’ pochi ed eccezionali. Come religione sociale e di molti, la religione detta naturale è dalla storia dimostrata la più innaturale, la più antistorica di tutte; più che il politeismo, che l’idolatria e che qualunque più abbietto feticismo, i quali si trovano, mentr’essa no. — E vi ha ancor più: se è vero ciò, se apparisce a chiunque abbia onde che sia la menoma notizia di storia universale, se sarà dimostrato poi meditandovi sopra spe-

  1. Che le scienze naturali in particolare abbiano e possano osservare anch’esse alcune armonie colla religione positiva è illustrato da un fatto recente. È noto che Lord Bridgewater faceva un ricco lascito per la publicazione di uno o parecchi trattati da scriversi «Sulla potenza, sapienza e bontà di Dio manifestate come sono nella creazione, illustrando tale opera con ogni sorta di ragionevoli argomenti.» Il tema era così evidentemente di religione naturale. E tuttavia nè gli autori degli otto trattati a cui fu distribuito il premio, nè Babbage, autore del Trattato nono spontaneamente aggiunto, non seppero tenersi in quei limiti, ed entrarono in quelli della religione positiva, ed osservarono parecchie armonie di essa colla propria scienza. — Ma quante più non si sarebbero osservate in un Trattato decimo che si fosse scritto sulla storia? Vero è che questo sarebbe andato più che gli altri lontano, anzi contro al testo del tema; nè sarebbe potuto scriversi per le età cristiane fuori dalla cristianità fedele alla storia. Così l’avesse scritto Wiseman, o ne avesse trattato compiutamente ne’ suoi Discorsi sulle relazioni delle scienze colla religione rivelata! Invece d’inspirarci da lui, non avremmo avuto che a tradurlo.