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MEDITAZIONE PRIMA.
LA CONTEMPLAZIONE DELLA PROVVIDENZA NELLA STORIA.
Nolite multiplicare loqui sublimia, gloriantes: Annas Cantis., I Reg., II, 5.
recedant vetera de ore vestro; quia Deus scientiarum dominus est. |
Il faut ignorer profondément l’essentiel de la Fénelon, De l’Éducation, ch. VI.
religion pour ne pas voir qu’elle est toute historique. |
Sommario.
I. La contemplazione della Provvidenza è possibile in tutti gli oggetti naturali, epperciò nel genere umano. — II. È officio di tutte le scienze, epperciò della storia. — III. Ma principalmente di questa. — IV, V, VI. Fu fatta sempre. — VII. Vari nomi dati o da darsi a tal contemplazione. — VIII. È ella opportuna a’ dì nostri? — IX. E a noi particolarmente?
I. Qualunque degli oggetti materiali che cadono sotto ai nostri sensi, il sassolino, il fuscello d’erba o il verme raccolto ai nostri piedi, non meno che le magnificenze della terra e de’ cieli, tutto ci narra la gloria di Dio, tutto c’innalza alla contemplazione di Lui. Nè solamente di Lui creatore, ma par di Lui conservatore; nè solamente d’un atto momentaneo di potenza e sapienza e bontà di Lui, ma di quell’atto perenne e di quelle proprietà infinite di Lui. Questo atto perenne di Dio è ciò che noi chiamiamo Provvidenza Divina; è ciò che risplende a noi da qualunque punto; da tutto il complesso della natura. — E non risplenderebbe ella pure in particolare nell’uomo, re, culmine e perfezione di questa natura sulla terra? nell’uomo che è la materia più organizzata, l’ente più animato, l’anima somma quaggiù? Ovvero, risplendente nella creazione e conservazione di ciascuno di noi, non risplenderebb’ella, la Provvidenza Divina, non sarebb’ella discernibile in tutti insieme noi, nel genere umano in complesso? Ciò è impossibile, ciò sarebbe assurdo, ciò certamente non è.