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MEDITAZIONE SETTIMA.

età IIa o delle genti primitive: civiltà

(Anni 3400 circa — 2000 circa av. G. C.)


Le filosofia della storia..... deve aver per corpo

la storia della civiltà.

Fed. Shlegel, Filosof. della St. lez. III.

(T.I, p. 93 della trad. fr.)



Sommario.


I. la parola e Miti. — II, III. Cattivi ui di ews. — IV, I tre gradi principali di civiltà: genti, «orioni, imperli. — V, VI. Idea, termine di questa età delle genti primitive. — VII. Lor civiltà: il governo primitivo; — VIII. l’occupazione primitive; — IX. il vagare; — X. lo stanziare; — XI. la servitù;— XII. le catte. — XIII. Genti sopravvivute nelle età successive. — XIV. Lor somigliante colle genti primitive.

I. Noi abbiamo bisogno oramai d’nna parola nnova; fermiamoci a definirla ed intenderla, a determinare almeno il senso in che l’oseremo ed intenderemo noi. Fin d’ora, fin dal titolo della presente Meditazione, ad esprìmere latte insieme quelle condizioni sociali che abbiamo già accennate o siamo per accennare delle genti primitive, come poi ad esprìmere tntle insieme le condizioni diverse di qaesto o quel raccozzamene di. genti, di questa o quella nazione, od anche di parecchie, noi abbiamo ed avremo bisogno d’una parola complessiva; nè sappiamo trovarne altra se non quella usatissima di Civiltà. — Nè faccia specie udirci parlare della civiltà di quelle genti primitive, così poco avanzale in essa. Etimologicamente questa parola viene da eivitas, che nel latino antico e in quello del buon secolo, nel latino di Cesare e Tacito, vnol dire, non città, ma appunto gente, stanziata o vagante non importa. Ma nè Cesare o Tacito o gli altri Latini antichi ebbero od osarono la parola eivilitas, nè essi o i Greci n’ebbero niun’altra mai, ad esprimere quel oomplesso di condizioni. Paiono a prima vista averne avuta l’idea, almeno negativamente, posciachè ebbero l’idea e la parola