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422 meditazione sesta.

mo mezzodì dall’Egitto e l’Etiopia, per l’Arabia e Babilonia, lungo il mare fino all’India probabilmente, con due stanziamenti principali sul Nilo e l’Eufrate. E ciò concorda con quanto vedremo poi delle civiltà e religioni primitive somiglianti di tutte quelle regioni. — I semitici in una zona media dalla Lidia, per il mezzodì dell’Asia Minore e l’Aram e l’Elam a cavallo all’alto Eufrate e l’allo Tigri, più o meno pure fin presso all’Indo. E ciò concorda e colla storia e colla filologia comparata che mostra mollo affini le lingue antiche di quelle regioni. — Finalmente i Giapetici nella zona terza ed ultima a settentrione, dall’Ellesponto e il Bosforo od anche oltre, per l’una e l’altra sponda dell’Eusino, l’uno e l’altro piè del Caucaso, e forse per tutte le sponde del Caspio, pur fino all’Indo ed all’Immaus. E ciò concorda colle osservazioni recenti sull’affinità delle lingue di là dilatatesi ampiissimamente, e nomate quindi Indo-Germaniche. 1 — E qui osserveremo primamente che in quest’età da noi chiamata delle genti primitive, e terminala intorno all’anno 2000 la dispersione, le tre zone non oltrepassarono probabilmente di molto quel tratto di continente che è compreso in longitudine tra il Mediterraneo e l’Indo, e in latitudine tra il mare Indico e le sponde settentrionali dell’Eusino e del Caspio. Oltre que*limili, la maggior parte dell’Affrica, l’Europa quasi tutta, l’Asia settentrionale ed orientale non si mostrano in lor memorie popolate se non intorno all’anno 2000; ed è qnindi meno probabile! che mai, che nè l’una nè l’altra delle due parti del mondo or chiamate Oceania ed America vedessero allora abitatori. Tuttavia ciò non è impossibile; il genere umano lentamente moltiplicato ne’primi secoli, ma rapidissimamente negli ultimi di questo millenio, potè bastare a ciò; ed una poi delle principali proprietà di quelle

  1. La carta 1» dell’Atlante di Brué è forse quella che rappresenta meglio l’I collocamento probabile delle genti primitive. Ma nemmen questa non mi par fatta secondo tutti gli ultimi lavori. I geografi storioi sono rimasti indietro degli espositori biblici e degli etnografi. La geografia storica (massime la rappresentativa) è forse, fra tutte le scienze, quella che ha partecipato meno al progresso universale. Il Danville non ha avuto finora un successore. E vi sarebbe pure di che fare la gloria, o meglio di che adoprare utilmente la vita di chi v’attendesse.