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si può considerare come divisa in quattro zone. L’inferiore è quasi interamente coltivata, ed offre da Dervio a Delebio le terre di Dorio, di Corenno, di Colico, e di Piantedo, ed è percorsa sino a Colico dal magnifico stradale militare, il quale prolungandosi quindi al Forte di Fuentes si divide, e conduce ai gioghi di Spluga, e dello Stelvio. La seconda è formata intieramente da boschi, e da prati, e questi prati ricevono dagli abitanti dei detti villaggi il nome di monti, e danno ricetto e pascolo alle loro mandrie nei primi mesi del caldo. La terza zona assomiglia in tutto alla suddetta, solo che i di lei prati assumono il nome di alpi, e servono allo stesso ufficio negli ultimi tempi di estate. L’ultima zona finalmente è nuda e spaventosa roccia, e solo or qua or là offre delle erbe pumiglionidi. La stessa divisione non puossi istituire sulle prospettive Nord-Est, e meridionale. La prima non solo non offre segno di coltivazione, ma eziandio mostra grande irregolarità nella distribuzione dei boschi, dei monti, e delle alpi; la seconda ora è coltivata nelle inferiori, ora nelle medie zone, ed offre pure monti ed alpi irregolarmente distribuiti. Sono pero sparsi in quest’ultima molti gruppi di case, ed alcuni villaggi.

Varie sono le vie, che possono guidare alla cima di questo monte. Io le indicherò, ma avvertirò pure che tutte richieggono un’agile, ed esperta guida. Dalla parte meridionale vi si può ascendere per due vie, o partendo cioè da Pagnona, e per la via di Daven alla Porta dei Merli, e quindi lungo la costiera alla vetta, o da Dervio ai roccoli del Sig. Lorla, e di là alla