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piuttosto fiume, che vicino a Dervio mette foce nel Lago di Como; quelle poi della parte che guarda il Lago si adunano pressochè tutte in due torrenti chiamati Inganna e Perlino. Questi e per il grande pendio, che ho già fatto rimarcaro, e quindi per la furia con cui scendono, hanno seco loro trascinato tante macerie da dare origine a due elevazioni, o ammassi di terre, che dalla base del monte si precingono allargandosi in parte verso il Piano di Colico, ed in parte verso il Lago. Le quali elevazioni formano in vero una gran parte delle ricchezze di quegli abitanti, e sono quasi per intiero coltivate a vigne, a gelsi, a prati, e sparse di ameni casini, e di varj gruppi di rustici abitacoli, che in complesso formano il villaggio di Colico; ma per quanto l’industria dei suddetti abitanti, ed il desiderio di difendere le loro proprietà si affatichino, e vari muraglioni vadino tuttora erigendo per frenar l’impeto, e dirigere il corso dei due mentovati torrenti, non è però vero che ne abbiano ottenuto l’intento; imperciocchè spesse volte non tengon letto fisso, irrompono furiosi, e menando ruine, e desertando i coltivati, vanno per varie bocche al Lago sottoposto.

Le nevi, benchè cadano abbondanti su questo monte, si disquagliano però prestamente, e tranne la parte alta della valle dell’Inganna, ove sono quasi perpetue, essendo quello il punto ove sprofondano le più grosse valanghe, offresi nei mesi di state affatto nudo e libero a chi desidera salirvi o per curiosità, o per delizia di naturali studi.

La parte di esso che guarda a Nord-Ovest