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Candolle ritiene le loro foglie purganti a piccole, ed emetiche a piú forti dosi.

Sedum acre. Contiene un succo molto ocre. Orfila vide perire in 24 ore due cani, a cui ne aveva dato quattro oncie e mezzo. A minor dose però tanto il succo, che la polvere si predicano utilissimi nell’epilessia da molti medici insigni. M. Lombard lo raccomanda nelle ulceri cancerose della pelle.

Sempervivum montanum. Secondo Gmelin la di lui polvere sarebbe un purgante assai forte.

Senecio vulgaris. Il Dott. Finazzi ne propose il succo alla dose di un cucchiajo contro le convulsioni isteriche.

Sium latifolium. Beyersten assicura, che la radice di questa pianta in Agosto fatta cuocere e mangiata, cagiona delirio furioso.

Sisymbrium amphibium. I di lui semi sono raccomandali da Foresius come antelmintici, e M. Didelot dice d’averli usati felicemente contro la Tenia.

Solanum nigrum. Su questo vegetabile si trovano registrate mille contraddizioni. Chi lo vuol velenoso in tutte le sue parti, chi nelle sole bacche, nè mancano quelli che lo dicono di azione emolliente.

Veronica officinalis. Sattler e Audry la vogliono sostituita al thè.

Viburnum lantana. La sua scorza si propone come vescicante.


Esiste nel Piano di Colico un’acqua che si ritiene solforosa. Se la troverò degna d’attenzione ne farò in altra occasione conoscere l’analisi.

FINE.