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vasi anch’esso, ma in piccole masse, in molte località; così dicasi del feldspato laminoso. Non saprei però indicare ove il P. Molina trovasse argilla, ed ocra marziale da dipingere.

Esaminando i ciottoli, che ricuoprono il letto dei torrenti, che scendono dal monte in discorso, vi ho trovato comunissimi dei massi anche voluminosi della stessa roccia costituente l’ossatura della montagna, più alcuni altri, che non saprei menomamente derivare da questa, tali per esempio i ciottoli di calcaria compatta e lamellare, di tremolite, di celogite, di sienite, di fillade ecc., che non trovansi in posto in nessuno dei luoghi, d’onde i torrenti hanno origine.

Assicurano alcuni di aver incontrato sul Legnone dei saggi di carbon fossile; io non so d’onde abbia avuto origine questa asserzione, ma è certo, che questo materiale non può trovarsi in un suolo primitivo, e fra i massi erratici del Legnone non mi accadde mai di riscontrare alcun che di analogo al litantrace.

L’unico combustibile fossile che si trova, ed in copia grandissima, nel tratto di terra, che imprendo a descrivere, si è la torba, la quale occupa un estensione di alcune migliaja di pertiche, e forma propriamente la pianura di Colico. Essa è a fior di terra vicino al Legnone, e coperta nel restante dalla sabbia, che vi trascinò, e vi trascina tuttora l’Adda; è leggera, spugnosa, contenente grossi pezzi ben conservati di piante conifere, e piena per lo più di limo e di sabbia, la quale circostanza rende il detto combustibile inetto a certi usi in grazie delle scorie, e delle ceneri abbondanti, che lascia per residuo della combustione.