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Nel primo Atto si discrivono i lamenti di Medea: laquale chiama in vendetta gli Dei. Nel secondo si contiene l’esilio datole da Creonte. Nel terzo vi sono i conforti della Nudrice, che la esorta a sostener l’esilio con pacienza. Nel quarto si racconta gli apparecchi della vendetta. Nel quinto il Nuntio riferisce quello, che avenuto è de i doni di Medea, ilquale la conforta a lasciar Corintho: ove anco si contiene la violenta morte di figliuoli.


VN'ALTRO ARGOMENTO
PIV BREVE


MEDEA, di cui appresso Ovidio, Diodoro, e Giustino si tratta la historia, si rammarica in questa settima Tragedia del periuro e rifiuto di Giasone: nella cui vendetta chiama gli Dei crudelissimamente. Dipoi ottenuto da Creonte, che le haveva imposto l’esilio, di dimorare il breve spatio d’un giorno nella città, pro pose seco con l’aita delle cose Magiche di abbruciare il palagio di Creonte, o di occidere i figliuoli, che haveva ricevuto da Giasone, miseramente innanzi alla sua presenza. Lequali sceleraggini nella guisa, che dalla malvagia femina erano state deliberate, sono crudelmente poste ad effetto nel fine della Tragedia.