- E se medesmo infiamma,
- E le passate forze
- Va tutte reintegrando.
- L’ho veduta sovente
- Furibonda tirar gli Dei dal cielo:
- Hor Medusa s’apparecchia
- Di far più mostruosa opra, ch’ancora
- Habbia fatto giamai.
- Perciò, che tosto, ch’ella
- Con attoniti passi
- Entrò nel chiuso; e si accostò a gli altari,
- Sparse tutte sue forze,
- E tutto quello, ch’ella
- Stessa temeo, spiegò, spiegando insieme
- Ogni sorte di male.
- Con la sinistra man toccando i sacri
- E santi Altari, disse
- Le segrete parole,
- Chiamò qualunque peste
- Produce Libia ne la calda arena.
- E quante ne ritien Tauro coperte
- Sempre di ghiaccio e neve,
- Et ogni Mostro. Così prestamente
- Da le caverne loro
- Tratte da carmi e Magici parole
- Vi venne una gran torma
- Di squamosi serpenti:
- Che vibrando tre lingue, e gonfi d’ira,
- A gli accenti mirabil, in un punto
- In più nodi avolgendo
- La velenosa coda,
- Stupidi si fermaro.
- Et ella: picciol mali,
- Et arma troppo vile