E muove città e mura
Han posto nel terreno;
E ’l mondo, che si puote
Varcar, non ha lasciato alcuna cosa
Nel proprio luogo. L’Indo
Bee de l’Arasse, e ’l Perso
E de l’Albi e del Rheno.
E verran dopo molto corso d’anni
Secoli, in che l’immenso
Oceano aprirà le chiuse strade
De la celata parte
E manifesterà tutta la terra.
E discovrirà Tisi
Nuovi mondi; nè sia
Ultima al mondo Thile.

Il fine del secondo Atto




ATTO TERZO.

Nudrice, Medea.

Nudrice
Reina, che da me fosti nudrita,
Perché con tanta fretta
Esci del tristo albergo?
Deh frena l’ira, e ’nsieme
Ritien l’impeto fiero.
Ella a guisa di Menade, che tocca
Dal gran furor di Bacco
Sopra il giogo di Pindo, o qual di Niso
Furiosa si move;
Così di quà di là rivolge il passo;
E come forsenata
Ha gli occhi ardenti, et in aspetto fiero
Chiama gli Dei: et in tanto
Riga gli occhi di pianto;